La scelta delle FFS di realizzare il loro nuovo impianto industriale in una zona agricola ha scaturito l’obbligo di compensare il sacrificio di pregiate aree agricole attraverso la trasformazione, in aree agricole altrettanto pregiate, di terreni che attualmente non lo sono. Fra quei terreni l’autorità federale ha considerato 26’000 mq che appartengono alla zona industriale di Biasca che verrebbe di conseguenza fortemente penalizzata da tale misura, segnatamente nell’ottica di sviluppo del Polo economico delle 3 Valli.
All’Ufficio federale dei trasporti era stato segnalato l’importante conflitto pianificatorio che la decisione di far capo a terreni della zona industriale di Biasca poneva, impedimento confermato persino dall’Ufficio dello sviluppo territoriale (ARE).
Tale area è infatti riconosciuta dal Cantone quale Zona industriale d’interesse cantonale (ZIIC) ed è inserita già dal 2009 quale Polo di sviluppo economico (PSE) nella forma del “dato acquisito” secondo la Scheda R7 del Piano direttore (PD) approvata pochi mesi fa, l’8 marzo 2023, pure dal Consiglio Federale.
L’UFT non ha risolto il suddetto conflitto pianificatorio, avrebbe invece dovuto farlo poiché la sua decisione, provocando una riduzione di ben 26’000 mq della zona industriale di Biasca, si pone in evidente contrasto con le attuali risultanze pianificatorie comunali e cantonali e ipoteca nel contempo lo sviluppo economico dell’intera regione, non solo di Biasca, già duramente colpita da importanti perdite di posti di lavoro qualificati. Il potenziale economico delle Tre Valli risulta quindi nuovamente indebolito: si stima una perdita di circa 200-300 futuri posti di lavoro, con la conseguente messa in discussione dello sviluppo del PSE stesso che rappresenta uno degli obiettivi prioritari dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli (ERS-BV) e della politica economica ticinese.
Il dimensionamento del PSE previsto nella succitata Scheda R7 del PD è fattore irrinunciabile per il Comune di Biasca che ha pertanto deciso di impugnare la decisione dell’Ufficio federale dei trasporti. Le FFS devono trovare altrove i terreni da utilizzare quale compensazione della scelta d’insediare il nuovo stabilimento industriale a Castione.