Costruzione nuova in Val Pontirone: un po' di chiarezza nelle informazioni!

Pubblicato il

05.02.15

Negli scorsi giorni la stampa ha ripreso una presa di posizione della signora Alda Fogliani pubblicata sul sito internet www.cascinestalle.ch relativa alla demolizione di un rustico in Val Pontirone.
Per fare chiarezza sul tema il Municipio ritiene necessario puntualizzare quanto segue:


Sulla procedura di demolizione in corso


1.    L’informazione riportata da diversi media e ripresa acriticamente dal comunicato della signora Alda Fogliani è imprecisa e andava verificata presso il Comune. In effetti non corrisponde al vero che nessuna impresa edile sia interessata alla demolizione del nuovo edificio in questione.


Il Municipio ha purtroppo il dovere di eseguire a titolo sostitutivo l’ordine dei demolizione, che la proprietaria non ha rispettato. Il Municipio ha dapprima indetto due concorsi pubblici aperti a tutte le ditte senza esito positivo. In seguito il Municipio, in accordo con il Dipartimento del Territorio, ha scritto direttamente a diverse imprese chiedendo il loro interesse ad entrare nel merito di un incarico diretto per l’esecuzione dell’opera. In caso di risposta positiva, avrebbero ricevuto il capitolato per permettere l’elaborazione della loro offerta. Contrariamente a quanto indicato dalla signora Alda Fogliani vi sono diverse ditte che hanno richiesto questo capitolato. La procedura per selezionare l’impresa esecutrice è tutt’ora in corso.


In generale su questo caso


2.    Contrariamente a quanto si lascia intendere nel comunicato e nelle dichiarazioni della signora Alda Fogliani, l’edificio in questione in località Alpe di Scengio, non può essere indicato quale esempio di edilizia rurale e di salvaguardia della memoria architettonica tradizionale. Infatti l’edificio tradizionale è stato demolito e quello esistente è totalmente nuovo.


La proprietaria ha demolito quasi totalmente l’edificio tradizionale esistente, ha cambiato destinazione (da stallino/legnaia ad abitazione di vacanza), ha aumentato considerevolmente sia la volumetria che la pianta ed in fine ha edificato a nuovo in parte sul terreno altrui (Patriziato di Biasca), senza autorizzazione.


Nel 2002 la proprietaria ha ottenuto una semplice autorizzazione per il consolidamento del tetto e dei muri perimetrali del rustico (anche fuori zona e a certe condizioni ogni proprietario ha il diritto di conservare l’esistente, riparando e consolidando), per ovviare a dei problemi di infiltrazione di acqua dal tetto e cedimento delle pareti perimetrali.


Tale autorizzazione è stata totalmente violata. Il rustico originale è stato demolito e si è proceduto alla costruzione di un edificio nuovo. Il riutilizzo parziale dei materiali originali e l’impiego di materiali nobili (sasso e legno) rendono l’edificio piacevole alla vista, ma non cambiano la sostanza ella violazione (edificazione a nuovo);


3. nonostante l’ordine di sospensione lavori, la proprietaria del rustico ha continuato e concluso i lavori di costruzione del nuovo edificio. La domanda di costruzione presentata in sanatoria ha incontrato com’era prevedibile l’opposizione del Dipartimento del territorio. Preso atto del preavviso negativo, su richiesta della proprietaria del rustico, il Municipio ha proposto al Dipartimento del territorio un esperimento di conciliazione. Il Dipartimento del Territorio ha respinto questa richiesta adducendo inoltre le seguenti considerazioni “In particolare ribadiamo che, oltre alla problematica relativa alla mancanza dell’inventario fuori zona edificabile, quanto proposto, e in parte già eseguito, si pone in grave contrasto con l’articolo 39 OPT. L’edificio attualmente non risponde più ai requisiti per la classificazione quale 1a poiché gli interventi realizzati hanno stravolto la struttura edilizia basilare (demolizione e ricostruzione), la volumetria e l’aspetto del rustico originale, causandone la perdita del valore storico e architettonico”. Vista l’opposizione cantonale il Municipio ha dovuto respingere la domanda di costruzione. I ricorsi presentati al Consiglio di Stato e al Tribunale cantonale amministrativo sono stati respinti;


4.    il Dipartimento del Territorio considera quanto avvenuto un abuso grave e non vi sono margini di manovra per sanare la situazione con il pagamento di una sanzione pecuniaria. Soluzione che avrebbe potuto incontrare l’accordo del Comune. A seguito di questa decisione, il Municipio, in ossequio a quanto previsto dalla Legge edilizia cantonale e su preavviso del Dipartimento del territorio, ha avviato la procedura di demolizione. Contro l’ordine di demolizione sono insorti la proprietaria del rustico e il proprietario del terreno. I ricorsi sono stati respinti dal Tribunale cantonale amministrativo nel 2009. Contro di essi non è stato presentato ricorso al Tribunale federale per cui questa decisione è assolutamente esecutiva;


5.    l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), anche perché allarmato dalla signora Alda Fogliani con l’invio di un voluminoso incarto di denuncia di altri casi di “presunti abusi” sul territorio comunale, tiene sotto stretta osservazione il Cantone e di riflesso il Comune per il ripristino della situazione di legalità;


6.    in occasione della discussione in Gran Consiglio sul Preventivo 2015 tenutasi nei giorni 15-17 dicembre 2014 il deputato Giorgio Pellanda ha chiesto nuovamente al Direttore del Dipartimento del territorio on. Claudio Zali di valutare la possibilità di un’amnistia volta ad evitare demolizioni o pesanti ripristini di edifici fuori zona edificabile. Il Consigliere di Stato ha reiterato che non ci sono le basi legali per procedere a una tale amnistia o di condonare le sanzioni inflitte.